In
questo tempo di Ecumenismo, nel Padre possiamo
riconoscerci finalmente tutti Suoi figli ed in Lui
avere la forza di eliminare avere la forza di
eliminare le barriere e realizzare l’unità tanto
chiesta da Gesù: “Che siano una cosa sola,
Padre, come noi siamo uno” (Gv. 17,22).
Pensiamo che in questa Icona anche i nostri Fratelli
orientali possano riconoscere il Padre, e sarebbe
tanto bello se dall’oriente all’occidente, in ogni
casa, lo stesso Padre venisse “conosciuto, onorato e
amato”. E’ un’Icona, ma anche un’Icona può servire
come segno di unità.
Pregare con l’Icona
di don Piero Brazzale
(...) Per capire pienamente il linguaggio delle
icone è necessario fare un piccolo sforzo, forse un
po’ impegnativo per noi occidentali. Si devono cioè
capire tutti i significati di certi atteggiamenti,
di certi simboli e dei colori stessi.
Si tratta di mettersi con animo umile e purificato
in serena contemplazione.
Si guarda, si ascolta, si tace ...
Se contemplata, l’Icona parla al cuore.
La fede si nutre, penetra in noi, viene gustata e
fortificata.
Questa Icona presenta così a noi, con chiarezza e
semplicità, quello che il Padre vuole essere, come
vuole essere da noi visto e considerato.
E’ nata nell’obbedienza, quindi nella tranquillità
del cuore, perché nell’obbedienza non può non
esserci che imperturbabile pace.
Non sono mancati suggerimenti di persone esperte,
che l’iconografa ha umilmente accolto.
Ed ora .... Dio Padre, che parla
nel silenzio, desidera che noi ci collochiamo
davanti a Lui proprio nel silenzio: in un
atteggiamento di attesa e di ascolto.
Dio misericordioso e fedele non
potrà deludere le nostre attese e le nostre
speranze.
Infatti l’Icona è già
preghiera!
Lettura dell'Icona
di Lia Galdiolo, iconografa
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1 - Il
Titolo
Dio
Padre Onnipotente vuole che gli uomini contemplino il
Suo volto attraverso un’immagine sensibile, attraverso
una rappresentazione iconografica.
E’ il Dio misericordioso,
paziente, datore di ogni bene che vuole attirare a sé i
cuori degli uomini, avvelenati dal nemico infernale.
Ecco l’Icona del Padre. Chi è il Padre?
Ecco il titolo: Deus omnipotens: Dio
santissimo e onnipotente; Abbà - Pater:
per Gesù di Nazareth e per tutti i suoi fratelli è il
Papà: Babbo mio (Mc 14,36).
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Una serie di circostanze provvidenziali ci dicono che
Dio Padre ha voluto questa Icona; gli è particolarmente
gradita ed ha in sé speciale forza e potenza. Anche il
contenuto teologico che essa esprime è fedele alla
tradizionale dottrina della Chiesa e a recenti
rivelazioni private giudicate serie ed autentiche,
approvate dalla Chiesa. Si tratta quindi di un’Icona
che, se usata nella maniera giusta, può essere di
notevole utilità spirituale. E’ un artistico ed elevato
mezzo di vera preghiera contemplativa. La mia
preoccupazione è quella di condensare nelle immagini la
ricchezza dei testi biblici. Come iconografa,
dopo aver studiato con amore e passione la forma
classica e tradizionale per l’esecuzione delle icone, ho
sviluppato un mio stile personale. Fra tante sono ormai
assai note le sacre Icone
della Donna vestita di sole, di Gesù misericordioso,
della Santa Famiglia, di San Giuseppe.
Ora ecco, maturata nel digiuno, nel silenzio, nella
preghiera e nella sofferenza, questa Icona del Padre! |
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2 - Una
finestra per contemplare il divino
La tavola è un quadrato allungato. Nel
numero dei lati (4) allude ai quattro punti cardinali e
significa che il messaggio che Dio Padre Onnipotente
vuole comunicare è rivolto in tutte le direzioni. E’ un
messaggio cioè per tutto il mondo.
La forma rettangolare simboleggia la terra sulla
quale si apre una finestra sul divino: questa finestra
ha la cornice interna dorata. L’oro significa luce
eterna. L’icona è dunque una finestra attraverso
la quale si può contemplare il divino. Qui
contempliamo il Padre. Bella e suggestiva questa
definizione dell’icona! C’è un piccolo bordo
rosso che delimita la cornice esterna della
tavola. Quale significato ha quel piccolo bordo rosso?
Indica il sangue versato sulla croce da Gesù Cristo. Noi
possiamo godere i benefici effetti di quel sangue per
mezzo del dono dello Spirito Santo. Sulla fronte si
intravede una figura bianca, come di colomba, che con le
ali aperte sovrasta le sopracciglia. Nessuna delle tre
divine persone della Santissima Trinità opera senza il
coinvolgimento delle altre due. E’ quindi
l’icona del Padre, ma pure ci accorgiamo subito
che sono presenti anche il Figlio e lo Spirito Santo.
I tre regni della natura sono rappresentati dai
materiali usati per costruire la tavola portante
l’immagine.
E’ questo un particolare da non trascurare affatto, per
capire, per cogliere la ricchezza di significati
dell’icona.
Quello vegetale è reso presente dal
legno, mentre quello animale è dato
dalla polvere di conchiglia, dalla colla di pelle di
coniglio con la quale viene ricoperta la tavola e
dall’uovo con il quale si stendono i colori.
Il regno minerale è presente attraverso
i colori che sono ossidi di metalli, le ocre e l’oro.
La tavola è stata preparata come una culla per
accogliere il mistero, così come Dio preparò la
creazione per accogliere quello che dovrebbe essere il
suo re: l’uomo, re del creato. Sullo sfondo della
semplice panca su cui è assiso Dio Padre Onnipotente c’è
l’opacità: il colore è quasi nero. E’ un colore livido e
perturbato (non uniforme), presente anche sullo sfondo
in alto, dove ci sono le scritte.
Quel colore scuro che nell’ Eden,
giardino di delizie cala,
come nebbia che deturpa, rovina e intristisce. E’ il
lungo inverno,
causato dall’atteggiamento del cuore dell’uomo, il quale
preferisce decidere da sé ciò che è bene e ciò che è
male. E’ l’oscura nebbia del peccato dell’uomo. |
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3 - La
sfera azzurra
Il Padre tiene saldamente nella
mano sinistra e appoggia al suo petto una
sfera azzurra.
Soffermiamoci prima di tutto su di essa, perché ha una
importanza fondamentale. Non è solo il mondo, il globo!
Ecco il significato:
Dopo la ribellione di Adamo, il
Padre si ritira, lascia fare e attende pazientemente che
l’uomo, lasciato libero, si convinca d’aver sbagliato e
che si decida a tornare a Lui. Quest’attesa dura
millenni. Nel frattempo il Padre prepara il piano di
redenzione previsto e predisposto dal suo cuore
misericordioso. Questo piano di salvezza
culminerà con la venuta del Verbo Incarnato, del Figlio
fatto uomo, che, con la sua Passione e Morte, renderà di
nuovo comunicabile all’uomo lo Spirito Santo.
Al “tutto è compiuto” di Gesù sulla croce, può
finalmente ripartire quel progetto tanto caro al cuore
del Padre: la divinizzazione dell’uomo e attraverso
l’uomo una nuova creazione.
Tutto questo vuole esprimere la sfera azzurra:
è il progetto d’amore del Padre che egli appoggia al suo
cuore e tiene ben fermo nella sua mano. Il colore
azzurro sta ad indicare che il progetto, la sua
esecuzione e la realizzazione sono opera divina.
L’alfa e l’omega che occupano tutta la sfera richiamano
il Verbo, principio e fine di ogni cosa. Infatti: “Tutto
fu fatto per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Gv 1,3).
La sfera è sormontata dalla croce d’oro. La croce è il
trono dell’Agnello Immolato, che si è donato per la
salvezza di tutti gli uomini.
L’oro indica eternità; i Padri della
Chiesa dicono infatti che “la croce era scritta nel
cuore di Dio Padre fin dall’eternità”.
Veramente piena di significati quella sfera azzurra che
il Padre dolcemente sostiene con la sua mano sinistra! |
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4 - La
figura del Padre riempie tutta l’icona
E’ in posizione perfettamente frontale
per indicare la sua disponibilità a rivelarsi a tutti
gli uomini che vorranno conoscerlo.
La figura è posta al di qua della mandorla dorata
disegnata alle sue spalle. In essa sono iscritti pure i
cieli aperti.
I cieli azzurri sono i luoghi abitati dagli spiriti
celesti, più vicini al trono dell’Altissimo.
Rappresentano tutte le potenze angeliche le 12 fiamme
guizzanti, nelle quali si intravedono appena delineati i
serafini, cioè i brucianti: 6 a destra e 6 a sinistra.
I serafini contemplano stupiti l’azione straordinaria e
imprevedibile di Dio Padre, il quale non cessa di
operare attraverso l’infinito suo amore e la sua
inesauribile misericordia.
Il numero 12 significa “autorità responsabile”:
come 12 sono gli Apostoli, i Patriarchi, le stelle che
fanno corona alla Donna vestita di sole ecc. I 12
serafini non sono solamente contemplanti, ma anche
fedeli Messaggeri ed esecutori della volontà del Padre. |
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5 -
Il volto
Filippo disse a Gesù: “Signore mostraci
il Padre e ci basta”. Egli rispose: “Filippo, chi vede
me, vede il Padre” (Gv 14,9).
Gesù intendeva dire che egli operava come il Padre e che
compiva in tutto la volontà del Padre....
Ma allora come rappresentare il volto di colui che non è
rappresentabile?
La tradizione iconografica occidentale ha sempre
rappresentato il Padre come un grande vecchio, buono,
solenne, dalla bianca barba fluente.Ma la barba è un
attributo dell’uomo di carne, un segno della sua
virilità. La barba bianca esprime l’invecchiamento del
corpo; è segno del decadimento della carne. Non si
possono applicare questi particolari alla figura del
Padre, puro spirito. Questo l’aveva bene intuito il
santo monaco iconografo Andrej Rublev, quando nel 1420
costruì l’icona famosissima della SS. Trinità.
Mi sono perciò ispirata a questa icona, sia per il
dettaglio della mancanza della barba, che per i colori
della tunica e del manto.
Ecco allora davanti a noi,
secondo i canoni della tradizione iconografica
orientale, questo volto maestoso che ispira pace, forza
e serenità. Il capo è circonfuso da un’aureola
bianca che significa “gloria”, sulla quale spiccano le
iniziali greche (omicron, omega, eta, ni) del nome
rivelato da Dio a Mosè sull’Oreb: “Io sono colui che
sono” (Es 3,14): sono, per definizione, l’esistente.
I capelli neri significano la “divina
tenebra” o mistero inaccessibile, profondissimo per la
mente umana. I capelli si aprono come un velo nel mezzo
della fronte, come il cielo che si apre per mostrare la
luce.
I capelli sono coperti da “strigili”
d’oro, come aveva il velo del santo dei santi del tempio
di Gerusalemme che si lacerò da cima a fondo, quando il
cuore di Cristo fu trafitto dalla lancia. Allora la
giustizia divina è stata soddisfatta; l’inimicizia con
Dio è stata tolta; l’uomo poteva di nuovo contemplare il
volto di Dio. Ecco che cosa ci dicono quei capelli neri
e insieme dorati.
Le piccole labbra sono nell’atto di
soffiare lo Spirito che dona la vita. Ciò è significato
anche dal collo rigonfio.
Gli occhi guardano
dovunque, guardano tutti con amore e tenerezza.
Attendono insieme
da tutti noi una risposta.
Alle spalle si intravede il terzo
cielo: luogo di eterna felicità alla quale ci vuole
tutti condurre. |
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6 - La
tunica e il manto
Ha la tunica azzurra e il manto rosso: indicano chi sia
Dio Padre Onnipotente per noi. L’azzurro della tunica
indica la divinità. Il manto rosso esprime la divina
sapienza e l’amore ardente.
Questi colori come appare subito evidente sono chiari,
trasparenti, evanescenti, come investiti da una luce di
trasfigurazione.
Il manto assai imponente e ampio significa accoglienza
ed il lembo, che arriva fino a toccare la terra, vuole
indicare a tutti coloro che lo vogliono che possono
aggrapparsi a quel manto, per ricevere il Santo Spirito.
Il manto stesso che viene accolto, può essere segno di
una preziosa eredità che si accetta, per
custodirla fedelmente. Come Eliseo ... che, con grande
riconoscenza, ricevette il mantello di Elia: segno della
sua eredità spirituale (1 Re 19,19). |




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7 -
Particolari significativi
Rimangono da illustrare alcuni
particolari assai significativi: la panca, i due
cuscini, la mano destra, lo scettro, la corona regale,
la posizione dei piedi.
a) La panca
sulla quale il Padre onnipotente è seduto è molto
semplice, perché vuole che anche noi senza esitazioni e
paure ci sediamo accanto a lui. Però a motivo
della sua presenza Divina essa, anche se di struttura
assai modesta, è ricoperta di raggi d’oro.
b) I due cuscini indicano che
Dio (quello azzurro di sinistra) e l’uomo (quello rosso
di destra) possono conversare nello stesso luogo,
assieme, come all’inizio della creazione.
c) La mano destra è alzata in un ampio
atteggiamento benedicente, perché Egli, da Padre buono,
non vuole giudicare il mondo ma salvarlo, confermando il
mandato affidato al Figlio. Gesù infatti dice: “Andate
dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io
voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a
chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,13).
d) Pure lo scettro, simbolo del
giudizio, è deposto a terra, fra i suoi piedi. Vuole ora
solo usare misericordia.
e) La corona regale, posta accanto allo
scettro e al piede destro è un invito a non temere ad
avvicinarsi a Lui. Vuole toglierci ogni soggezione e
vuole attirarci e accoglierci sulle sue ginocchia
paterne.
f) I piedi sono nella posizione, anche
se seduto, di chi sta per mettersi in cammino. Il Padre
vuole sempre venire verso di noi, per incontrarsi con
noi.
Sono circondati essi pure dall’aureola della santità. Il
nero che sta attorno ai piedi non è segno di sandali o
di calzari. E’ il nero della “divina tenebra”: cioè di
quella immensa ricchezza e sapienza di Dio, la cui
comprensione non si esaurisce mai.
Quale ricchezza di contenuti teologici e di utilità per
la nostra devozione e per la nostra vita spirituale!
La icona è non da studiare, ma da contemplare! E’ nata
nella preghiera. Deve essere usata nella preghiera e per
la preghiera. E’ così un potente aiuto alla preghiera,
all’unione con Dio.
Rende viva, attualmente presente la
persona divina o il santo che sono rappresentati
nell’icona. In questo caso rende presente e operante il
Padre. Questa icona ci aiuti dunque a realizzare un
filiale e affettuoso incontro con Dio Padre Onnipotente. |
( Bibliogr: www.
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